Di base l’ansia è una naturale e fondamentale reazione emotiva, cognitiva e comportamentale che si manifesta in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e nei cui confronti non ci riteniamo sufficientemente in grado di reagire. È un campanello di allarme temporaneo di fronte ai pericoli che la vita ci propone. Di per sé non è un fenomeno anormale ma una risorsa: è una condizione fisiologica efficace in molti momenti della vita per proteggerci dai rischi, mantenere uno stato di allerta e migliorare le prestazioni.

Ma può diventare una compagna di vita per periodi anche lunghi attraverso sintomi fisici, divenendo incombente in ogni momento della giornata paralizzandoci. E allora siamo in uno stato di agitazione psichica dovuto a una risposta abnorme a situazioni vissute come pericolose per sé o per i propri cari. La risposta di allarme è immotivata rispetto alla reale pericolosità dell’evento che può anche solo essere immaginato o anticipato. Spesso si fatica a trovare una causa specifica alla propria ansia.

L’ansia persistente si manifesta con:

  • Tensione motoria: tremori, sobbalzi, faticabilità, dolori muscolari
  • Iperattività neurovegetativa: sudorazione, tachicardia, mani fredde, dissenteria
  • Attesa apprensiva: paura, preoccupazione che possa succedere qualcosa di brutto a sé o agli altri
  • Vigilanza e allarme: iperattività, impazienza, irritabilità, insonnia, difficoltà di concentrazione

Nell’ansia si muovono due poli opposti: la vita che vuole proteggere se stessa , con lo stato di allerta, la vita che vuole prorompere, con l’intensità del sintomo. Questi due aspetti si possono manifestare insieme o separatamente ma sono in realtà inseparabili. In entrambi i casi l’ansia racconta di una persona che da tempo non sta vivendo le parti più autentiche di sé che rimangono imbrigliate, imprigionate.

La sintomatologia mima la necessità di far fluire liberamente la forza vitale e il talento personale alla scoperta della propria unicità.

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